# 3
di Carmelo Mobilia
C’è stato un tempo in
cui il governo degli Stati Uniti chiese a me,John Walker,
un ragazzo della Georgia, di vestire i panni di quello che è il suo più grande
eroe, Capitan America. Dio solo sa quanto è stato difficile. Il ruolo non
prevedeva esclusivamente l’utilizzo della forza e dello scudo, ma alcune
attitudini umanitarie di cui io ero sprovvisto. Questo, insieme ad alcuni
drammatici eventi che segnarono la mia vita, mi fecero arrivare alla
conclusione di non essere portato per quel ruolo. Ho dei metodi tutti miei per
servire il paese che amo e non sono quelli di Capitan America. Sono quelli di U.S.Agent.Eravamo diversi, ma eravamo tutti degli ardenti
patrioti e questo vuol dire che abbiamo dei doveri gli uni verso gli altri, e
visti i miei precedenti, so quanto fosse difficile rivestire quel ruolo, per
questo che avevo stima e il rispetto di chi ha portato quel costume, prima e
dopo di me, ed è per questo che intendo onorarne la memoria e dare la caccia a
chi ha assassinato i miei colleghi.
ATTENZIONE: Gli eventi di questo episodio sono immediatamente
successivi a Capitan America # 50 MiT.
Appartamento dell’agente Jack Daniels, Los Angeles.
Dalla
terrazza si potevanoammirare, in lontananza, le
meravigliose spiagge californiane rese famose negli anni 90 da Pamela Anderson
e altre attrici maggiorate del telefilm “Baywatch”. Un posto da sogno, che però veniva
volutamente ignorato da John Walker. Nonostante
avesse un fisico che altri uomini sfoggerebbero volentieri in una spiaggia
affollata, l’uomo se ne stava a fare piegamenti sulle nocche sul suo ampio
balcone. Aveva superato i duecento ma ormai non li contava nemmeno più. Come molti atleti che curano il proprio corpo
meticolosamente, John sapeva che la ginnastica riduce lo stress, ma questa
volta purtroppo non sarebbero bastate le solite cinquecento flessioni,
no:quello che lo stava consumando dentro era il profondo senso di colpa da cui
temeva chenon si sarebbe mai liberato.
La sua
mente tornava continuamente a quanto era accaduto a Washington qualche giorno
prima:
USAgent si
trovava assieme a Capitan America, American Dream e
il Maggior Libertà nella sede centrale del FBSA per indagare sulla morte di due
giovani eroi anch’essi dai costumi patriottici, Jack Flag
e Spirito Libero, quando improvvisamente un ordigno era esploso nei sotterranei
dell’edificio.
Quando Agent si riprese, vide che il giovane Capitano era ferito
ad una gamba e impossibilitato a muoversi. Dopo avergli steccato la gamba cercò
di portarlo fuori dal palazzo, ma lungo il tragitto trovarono l’agente
governativo Henry Peter Gyrich in gravissime
condizioni fisiche.
C’era solo
una cosa da fare, e fu proprio Cap a dirlo per primo:
<Lasciami qui e portalo su.>
Lui lo guardò e tacque, indeciso.
<Conosci le regole, soldato> gli disse
ancora <I civili prima di tutto, poi veniamo noi.>
<Potrei caricarti sulla schiena e prendere
lui in braccio.>
<Sappiamo entrambi che non ce la faresti,
non in tempo ed il tempo qui è essenziale.>
Agent lo guardò con uno sguardo pieno di rispetto e
poi gli promise:
<Tornerò a prenderti.>
<So che lo farai.> gli rispose lui.
Agent portò Gyrich all’esterno,
lasciandolo nelle capaci mani di paramedici, e poi disse:
<Devo tornare di sotto. Devo andare a
prendere il ragazzo.>
<Parli di… Cap?> gli domandò American Dream.
<Sì. Lui ha una gamba malconcia. Devo
tirarlo fuori di lì prima che...>
Non finì la frase: una nuova forte esplosione
scosse l’area. Gli incendi sotterranei avevano raggiunto le tubature del gas.
<No!> urlò U.S.Agent
<Non adesso!>
Quell’ultimo agghiacciante istante continuava
a ripetersi nella sua testa. Non riusciva a scacciarlo via. Avrebbe dovuto
salvare il ragazzo. Avrebbe dovuto trovare un modo per riuscire a trasportare
entrambi fuori dal palazzo.La morte del Capitano era
sua responsabilità.
Pompava su quelle braccia tanto forti da poter
spezzare una catena d’acciaio sempre più intensamente, come se con la fatica
potesse scacciar via quella sensazione, ma non poteva. Il senso di colpa s’era
ancorato saldamente al suo cuore e non se ne sarebbe andato via tanto
facilmente.
Poi, qualcuno suonò al campanello della sua
porta, riportandolo alla realtà.
Chi poteva essere? Da quando aveva cominciato
la nuova vita come Jack Daniels non aveva trovato il
tempo per ritagliarsi degli amici nella sua vita privata, e sia quelli
dell’FBSA che i Vendicatori lo avrebbero chiamato. Allora, chi poteva essere?
Interruppe i suoi esercizi e andò alla porta.
<Chi è?> chiese.
<Dai biondino, apri ‘sta porta che si muore
dal caldo e sto squagliando!>
Riconobbe immediatamente la voce e il modo
colloquiale di parlare.
<LEMAR!> disse con grande entusiasmo.
Era raro vederlo sorridere, ma questo era uno di quei momenti.
<Proprio io bello. Come ti butta,
amico?> disse l’afroamericano, abbracciandolo.
Lemar Hoskins era un
vecchio amico di John Walker, l’unico che gli era
rimasto. Lemar era un pezzetto della sua vecchia
vita, insieme alla sua fidanzata Valerie Cooper, che
gli era rimasto. S’erano conosciuti sotto le armi, anni prima. Lemar era un nero originario di Chicago, John un bianco
proveniente dal Sud, non potevano essere più diversi, eppure legarono
immediatamente.
<Ehi ce l’hai una birra? Non sono abituato
a tutto questo caldo ... sto crepando dalla sete!>
<Si certo ... vieni dentro!> John andò
verso il frigo e lo apri, prese due Bud, le stappò e ne servì una al suo amico.
<Non sai che piacere mi fa rivederti,
vecchio mio! Cosa ti porta in California? Sei qui per conto del Branco
Selvaggio?>
<Oh no, non lavoro piùper
loro. Sono tornato a lavorare per lo zio Sam. A dir la verità sono venuto qui
... beh per vedere come stavi. Ho sentito di Washington.>
<Ti ha chiamato Valerie,
vero?> chiese John.
<Si, non te lo nascondo. Era preoccupata
per te. Dice che non l’hai presa molto bene.>
<Affatto. E’ stato orribile. Avevo promesso
al ragazzo che sarei tornato indietro per salvarlo, e invece ... cacchio, non
so dove Rogers avesse trovato quel tipo, ma era
dannatamente in gamba. Aveva tutto quel che serve per quel ruolo, Dio m’è
testimone. E ora è morto.>
<Ehi lo so ... era un tipo veramente in
gamba. L’ho conosciuto, tempo fa [Avengers Icons # 42].
Mi ha presentato quel ragazzino nero che si
faceva chiamare“Bucky”.>
<Quello a cui hai regalato lo scudo,
giusto?>
<Ah dunque vi siete conosciuti?>
<Per forza, insieme ad altri mocciosi con
superpoteri ha formato i “Giovani Vendicatori”. Era inevitabile.>
<Oh vacci piano con quel ragazzo ... mi
piace. Comunque bando alle tristezze, Johnny. Sono affamato. Andiamo a farci
una pizza...>
<Ah, ma quale pizza... ti porto io in un
bel posto, a Venice Beach. Fammi fare una
doccia...>
Venice Beach. Al “Piedra del Sol”.
<Avevi
ragione, questo locale è una bomba. Il cibo è buono, le ragazze sono carine e
da qui si gode pure di una bella vista.>
<Si,
vivere a Los Angeles ha i suoi vantaggi... anche se non mi ci sono ancora del
tutto abituato. Preferirei stare sull’altra costa, dovevo vivevo prima. Mi
manca Val, il più delle volte.>
<Mi
pare ieri che la chiamavi “Miss Cooper” e che ci aveva convinti a diventare i “Cap & Bucky” di nuova
generazione... dimmi com’è stare con quella che, in pratica, è il tuo diretto
superiore?>
John
fece un sorriso imbarazzato.
<Beh
non saprei cosa dirti... passiamo molto tempo in chat o per telefono ma
sostanzialmente ci vediamo poco, purtroppo. Ti confesso che ... a volte la cosa
mi crea imbarazzo. Voglio dire, è bella come una modella di Vogue ma allo
stesso tempo è come uscire con Hilary Clinton. A casa mia era mio padre a
portare i pantaloni. Io sono fondamentalmente un ragazzo di campagna, e ancora
non mi ci sono adattato a queste “donne in carriera” che guadagnano più di
te.>
<Andiamo
amico, a volte parli come mio nonno! Devi entrare nel ventunesimo secolo,
amico, oggi c’è l’emancipazione femminile e la parità dei sessi. Le donne
bevono, bestemmiano, parlando di sesso e si comportano proprio come noi uomini.
E’ il progresso.>
<E
questo tu lo chiami “progresso”?>
<Dio
Johnny mi mancavano questo genere di chiacchierate...> disse Lemar sorridendo.
<Anche
a me, vecchio mio, inoltre ... ehi non senti anche tu?>
<Si
... il pavimento balla ...>
<Non
è solo il pavimento ...>
I
bicchieri iniziarono ad oscillare sempre più, fino a cadere. Le scosse
aumentarono, fino a raggiungere livelli altissimi.
<IL
TERREMOTO!!> gridò qualcuno.
Era
così infatti; il più grande terremoto mai registrato in California da quello
avvenuto a San Francisco nel 1906.I danni agli edifici non si contavano. In
seguito qualcuno disse che Il terremoto era statodi
magnitudo compresa tra 7.7 e 8.3, ma anche 8.25 della scala Richter, e che
aveva generato un'energia paragonabile a quella sviluppata dalla bomba atomica
sganciata su Hiroshima. Le vittime erano a centinaia.
Infischiandosene
delle rispettive identità segrete, John e Lemar
usarono la loro superforza per aiutare le persone intrappolate tra le macerie.
Le ricerche e i soccorsi durarono fino a tarda sera. Come se non bastasse,
arrivò loro la chiamata da parte dell’agente Coulson
del FBSA che li convocava con urgenza alla base. Sembrava infatti che quella
tragedia non fosse dovuta a cause naturali.
2.
Dopo
una calda doccia e un rapido cambio d’abiti, USAgent
e Battlestar arrivarono in sede. Ad attenderli
nell’ufficio del direttore Esposito vi erano anche Valerie
Cooper e una giovane donna con gli occhiali.
<Benvenuti.
Ho saputo che siete stati coinvolti nelle missioni di salvataggio per tutto il giorno,
per cui non siete al corrente degli ultimi sviluppi.>
<Infatti.
Cosa c’è dietro, Miss Cooper?> chiese Agent. Era
strano dover dare del lei ad una donna con la quale aveva una relazione intima,
ma sia USAgent che Valerie
erano professionisti esemplari. Se rivedersi dopo tanto tempo in cui erano
stati separati aveva procurato loro delle emozioni, nessuno dei due aveva fatto
trasparire alcun sentimento sul proprio volto.
<Questo
che sto per mostrarvi è andato in onda sulla CNN un paio d’ore fa. Il terremoto che ha distrutto la città è
stato provocato artificialmente da un supercriminale.>
Valerie
Cooper pigiò il bottone sulla consolle, e sull’ampio schermo alle sue spalle
iniziarono ad apparire immagini. Mostravano un gigante che indossava una
corazza di metallo con degli spuntoniacuminatisulle
spalle.
<<Buonasera, America. Il mio nome è Magma. Non
amo perdermi in chiacchiere e dunque vengo subito al sodo: sono stato io a
causare il terremoto che ha colpito Los Angeles, per mostrarvi quello di cui
sono capace. Per anni ho cercato di usare le mie risorse e le mie capacità per
la ricerca di energia a basso costo, ma la vostra cieca ignoranza mi ha messo i
bastoni tra le ruote, intralciando il mio lavoro e i miei sogni. Ora è arrivato
il momento in cui pagherete per tutto! Io ordino al governo degli Stati Uniti
d’America di pagarmi 10 milioni di dollari, 10 milioni! Altrimenti, farò
sprofondare la falda di Sant’Andreas nell’oceano
Pacifico! Avete avuto una dimostrazione del mio potere, e sapete che faccio sul
serio! Manderò a Washington alcuni dei miei uomini per darvi le condizioni per
la consegna del denaro. Avete 48 ore.
Inutile dirvi che se succede qualcosa a loro o se avrò una risposta diversa da
quella che desidero potete dire addio all’intero stato della
California...>>
<Mio Dio ...>
esclamò Battlestar.
<Chi diavolo è quel
pazzo?> chiese USAgent.
<Si chiama Jonathan Darque.>gli rispose la ragazza con gli occhiali <Un tempo era a capo di un impero
industriale dedito alla produzione di energia a basso costo, ma gli
ambientalisti bloccarono i suoi progetti mandandolo in bancarotta. Si è poi
costruito quella corazza e un dispositivo in grado di emettere un fluido dalla
temperatura elevatissima simile alla lava, con la quale ha iniziato la nuova
carriera di supercriminale.>
<Signori, voglio
presentarvi il nostro nuovo acquisto
della divisione scientifica, Cristina De Mara.> disse il direttore Lou Esposito<Oltre a fornirci di gadget ad altissima
tecnologia da utilizzare nelle missioni, è un hacker di grandissimo talento;
non esiste computer che riesca a resisterle. La suaabilità
ci è stata molto utile, ha decodificato per noi diversi codici usati da
terroristi di tutto il mondo, penetrando nei loro sistemi. Sarete collegati a
lei per qualunque tipo di informazioni desideriate. Ha un archivio nel suo
database con informazioni su qualunque metaumano
registrato o con precedenti penali. Sarò i vostri occhi e orecchie ovunque
.>
<De Mara ... questo
nome non mi è nuovo ...> disse ancora USAgent, con
l’aria di chi ha qualcosa sulla punta della lingua ma che non riesce ad
esprimere.
<Hai letto di mia
sorella Rita negli archivi dei Vendicatori, ecco perché. Per un po’ ha assunto
l’identità di Calabrone prima che Henry Pym tornasse
a indossarne i panni.>
Ora è tutto chiaro,
pensò Agent. Avrà senz’altro usato il suo talento per
compiere alcuni reati federali, l’hanno beccata e hanno deciso che è meglio
averla della propria parte piuttosto che contro.
Ma questo fu un pensiero
che si tenne per se, e invece le disse:
<Quindi questo Darque ha deciso di vendicarsi della società “che non lo ha
capito” dico bene?>
<Esattamente. E non è
la prima volta che tenta uno scherzo del genere, ma la prima volta venne
fermato dal tuo amico Iron Man e dall’Uomo Ragno[Marvel Team Up # 110]. Al termine
dello scontro, stando al rapporto che ha steso il tuo amico corazzato, sembrava
essere precipitato in un vulcano, ma la sua armatura lo aveva salvato. In
seguito si è battuto ancora con Iron Man [Iron Man #169
inedito in Italia], l’Uomo Ragno [Web
of Spider Man #16/17 in Italia su Uomo Ragno, Star
#73] e infine la Torcia Umana , che l’aveva catturato [Nientemeno che in un cameo su Quasar #3 su All
American Comics 32]. È evaso qualche tempo fa ma
ne avevamo perso le tracce.>
<E adesso gli sono tornate le manie di
grandezza... dobbiamo fermalo.> disse Battlestar
risoluto.
<Sono d’accordo. Qual
è il piano? Se ci avete chiamato qui è perché non volete assecondare le
richieste di quel pazzo.>
<E’ così infatti.>
riprese la Cooper <L’agente Coulson si è recato presso la Federal
Reserve per
prendere una serie di banconote che erano destinate all’inceneritore. Gli
consegneremo quelle.Ora si tratta solo di sentire le
condizioni che vuole per lo scambio, dopodiché decideremo i dettagli su come
muoverci.>
<Gli faremo scoprire
quello che succede quando uno si mette a ricattare lo zio Sam.> esclamò
risoluto USAgent.
3.
Nella sua
base segreta, la cui locazione non era conosciuta da nessuno, James Bourne, l’uomo che si faceva chiamare Solo,ascoltava l’annuncio
di Magma. Non gli piaceva per nulla.
<<...Inutile dirvi che se
succede qualcosa a loro o se avrò una risposta diversa da quella che desidero
potete dire addio all’intero stato della California...>>
<Questa
è una dichiarazione di guerra bella e buona. Ora è il mio turno alla battuta.
Minacci la gente di morte e distruzione, seminando panico e paura. Questo da di
te un terrorista, e finche vivo io, i terroristi muoiono.>
4.
Il luogo
scelto per lo scambio dai terroristi era il deserto del Mojave, a nord-est di
Los Angeles.
“Se vediamo anche l’ombra di un supereroe o
di un elicottero della polizia, la cosa va a monte e azioneremo la nostra
macchina”avevano aggiunto. Per questo motivo sul SUV nero che attraversava
le strade polverose c’era il solo agente
Phil Coulson. Era lui quello scelto per lo
scambio. La valigetta con il denaro era sul sedile del passeggero. I suoi occhi
azzurri e indagatori scrutavano l’orizzonte davanti a lui in cerca di un
qualunque segnale da parte degli uomini di Magma, ma non riusciva a scorgere
nulla. La luna alta nel cielo illuminava solo sassi, rocce, qualche cespuglio e
dei cactus. Passarono i minuti e non si vedeva nessuno.
<Non
muoverti. Tieni le mani sul volante> disse una voce alle sue spalle, mentre
la canna di un fucile gli apparve dinnanzi alla faccia. Dagli specchietti Phil
vide altri uomini circondare il suo mezzo.Non sapeva
dire da dove fossero spuntati.
Indossavano corazze violacee, i cui elmetti integrali coprivano completamente
il viso, ed erano tutti armati.
<Hai i
soldi?> gli domandò uno dei criminali.
<Nella
valigetta.> rispose, indicando con la testa il sedile accanto al suo.
<Scendi
dalla macchina.> gli ordinò l’uomo,
puntandogli contro il fucile. Coulson obbedì
senza fiatare, mentre altri due lo
perquisivano, privandolo della sua arma e del telefono.
Due dei
terroristi andarono a prendere la valigetta , la poggiarono sul cofano
dell’auto e l’aprirono, accertandosi della presenza del denaro.
<Ci
sono tutti?> domando quello che sembrava essere il loro capo, continuando a
tenere Coulson sottotiro.
<Si, è
la cifra richiesta.>
<Che ne
facciamo di lui?> chiese uno degli altri.
<Spariamogli
alle gomme, in modo che non possa seguirci.>
<No, io
ho un’idea migliore: spariamo direttamente a lui.> disse l’uomo che l’aveva
perquisito, e usando proprio la pistola di Coulson,
gli sparò tre colpi al petto, centrandolo in pieno.
Phil Coulson cadde a terra, in un lago di sangue.
<Ok,
andiamo via.>
Il
commando si recò dietro a delle rocce e pochi secondi dopo un veicolo
hovercraft decollò : le potenti eliche sollevarono un grosso polverone e
silenziosamente si allontanò da lì.
Il corpo
dell’agente Coulson rimase lì steso in terra
per alcuni secondi, ricoperto dalla polvere, ma quando ebbe la certezza di
essere nuovamente solo si rialzò da terra, dolorante. Si aprì la giacca e la
camicia con le mani pregne di sangue finto si slacciò il giubbetto
antiproiettile.
<Dio,
sto diventando troppo vecchio per giocare al morto ... > disse
massaggiandosi il petto. Poi attivò il suo comunicatore da polso e contattò la
base:
<Qui Coulson. Ho consegnato la valigetta. Adesso tocca i nostri
due sbandieratori. >
<<Qui De Mara. Ben fatto. Mando
qualcuno a prenderti. Ora avviso i due superfusti.>>
<Ok Battlestar, tocca a noi. Muoviamoci!> disse USAgent, non appena la De Mara gli comunicò l’avvenuta
consegna.
<Sono
pronto J... Usagent.>
Un
elicottero con a bordo i due supereroi si alzò in volo, seguendo la traiettoria
indicatagli su un apposito segnalatore. Nella valigetta infatti, oltre al
denaro, vi era un localizzatore di posizione, creato appositamente dalla De
Mara, che dava le precise coordinate sui movimenti dei terroristi. Era il modo
ideale per scoprire la localizzazione della loro base.
< Sei
sicuro che questo Magma non troverà la cimice?>
<Stando
alla De Mara, solo degli agenti SHIELD altamente qualificati potrebbero
localizzarla e questi buffoni secondo i nostri dossier non sono altrettanto preparati.>
<Dì, un
po’, com’è che i tuoi amici Vendicatori non sono intervenuti?>
<Quel bastardo
ha appositamente colpito anche la zona di Palos Verdes
dove si trova la nostra base. E’ da un po’ che non ho loro notizie. Spero che
nessuno sia rimasto ferito ... o peggio>
<Ci
siamo> li interruppe il pilota <Da qui in poi non posso più procedere
altrimenti rischio di venire localizzato. Dovete procedere a piedi. Buona
fortuna, ragazzi.>
L’elicottero
si abbassò di quota permettendo ai due eroi di saltare giù. Gli aspettava una
lunga camminata. Per fortuna, il potenziamento fisico a cui li aveva sottoposti
il Power Broker li aveva dotati di una resistenza di
molto superiore a quella di un comune essere umano, e il costante allenamento a
cui sottoponevano il proprio fisico li rendeva idonei a sopportare l’aridità
del luogo. Ma anche a queste condizioni, attraversare il deserto non era certo
un’esperienza piacevole.
<Cribbio,
cosa darei per trovare un distributore di Coca Cola ... come in quello spot di
quando eravamo piccoli, ricordi?>
<Rimani
concentratoBattlestar. Il segnale diventa sempre più
forte man mano che procediamo.> gli rispose USAgent.
Lemar ammirava molto la determinazione con cui John
si dedicava al proprio lavoro. Lui amava parlare e spesso scherzare durante i
combattimenti, per stemperare la tensione che si accumula durante gli scontri,
John invece era sempre serio e concentrato. Non sapeva dire se questo era un
bene o se invece gli avrebbe fatto meglio dire qualche scemenza in battaglia,
ma di certo quello faceva di lui un vero professionista. Comprendeva le
motivazioni per le quali, anni fa, era stato scelto per indossare il manto di
Capitan America. Era veramente un peccato quello che era accaduto alla sua
famiglia e che gli fece perdere l’incarico - oltre che la salute mentale e la
propria identità.
John era
un vero patriota; non lo dava mai a vedere, ma aveva sacrificato tutto per il
suo paese. Quanti altri uomini avrebbero fatto altrettanto? Sebbene fossero passati parecchi anni da
allora, ancora oggi Lemar ogni tanto si chiedeva se
avesse fatto tutto quello che era in suo potere per evitare quei tragici
eventi.
<Ok,
stando al nostro segnalatore, il posto è qui.> disse USAgent,
distogliendolo dalle sue riflessioni.
<Sei
sicuro che quel coso non sia rotto? Qui non c’è niente...>
<No, lo
strumento è a posto. So cosa sta succedendo.
Mi è già accaduta una cosa simile. La base di quei bastardi dev’essere sottoterra. Dobbiamo cercare qualcosa di
insolito.>
<Come
un masso di cartapesta o roba del genere?>
<Esattamente.Stringerò il campo di ricerca del segnalatore
ad un’area più ristretta, sperando che ci aiuti a trovare il punto
d’ingresso. Ora diamoci da fare.>
Riuscire a
trovare un’entrata segreta in mezzo al nulla, in una notte buia e stremati dal
caldo, non era certo un’impresa facile. Ma c’erano in ballo delle vite umane, e
se avessero voluta una vita semplice non avrebbero scelto quella del supereroe.
Dopo
parecchio tempo passato senza trovare nulla, lo sguardo glaciale di USAgent colse qualcosa di insolito.
<Ehi Battlestar, guarda lì.>
<Che
devo guardare?>
<La
vedi quella lepre laggiù?>
<Si.>
<Beh
appena s’è avvicinata a quel punto, s’è irrigidita e si è allontanata di
scatto, come se avesse visto qualcuno. Ed è già la seconda che vedo fare
così.>
<E beh?
L’avremo spaventata.>
<E’
quello che ho pensato anch’ io ma... e se i suoi sensi hanno colto qualcosa di
insolito, da quelle parti?>
<Dici
come quando gli animali avvertono per primi le calamità?>
<Esatto.
E’ solo un’idea ma ...>
I due
supereroi si avvicinarono all’area interessata e dopo aver girato alla cieca
per un po’, il segnalatore iniziò ad aumentare il numero di bip, fino a quel momento costante.
USAgent usò
il suo scudo per picchiettare il terreno, sentendo un rumore metallico.
<Bingo!
Ci siamo!>
<Che mi
venga ... avevi ragione Joh... cioè, Agent. Essere cresciuti in campagna può tornare utile anche
in missione, qualche volta!>
Walker usò
il bordo dello scudo per creare degli appigli, poi disse al suo partner:
<Dai
dammi una mano.>
Con i loro
muscoli potenziati, John e Lemar riuscirono a fare
leva e a sollevare la grata di metallo. Sotto vi era una scalinata.
<Cacchio
come in un film di James Bond... ma dove li trovano i criminali i fondi per
costruire cose del genere?>
<Lo
sai, traffici illeciti... armi, droga ... senza contare gli omicidi su commissione.
Dai socio, ora entriamo...>
Scesero i
gradini fino ad arrivare a quello che sembrava il corridoio di un ospedale. Il
soffitto era illuminato da lampade al neon.
Nonostante le sue imprese insieme al Branco Selvaggio di Silver Sable, Battlestar rimase
stupefatto nel vedere un complesso così sofisticato nel mezzo del sottosuolo di
un deserto. Per USAgent invece era normale
amministrazione. Ne aveva viste di assurdità nella sua carriera. Solo poco
tempo prima, in Scozia, durante una
missione con WorldWatch[Nota: WorldWatch # 23-25], si era
imbattuto in una costruzione in tutto e per tutto simile a questa. C’era
l’impero segreto dietro tutto, quella volta... guidati da quel pazzo con
l’uniforme militare. Che ci fosse un collegamento tra loro e Magma? Era una
cosa da approfondire.
<
Dividiamoci. Tu vai di là, io proseguo da questa parte. > disse Agent. Battlestar annuì con un
cenno del capo.
5.
In un
altro punto della base, nella sala comando, l’uomo chiamato Magma ordinava di
controllare meticolosamente ogni banconota dellavaligetta
requisita. Il suo uomo usava una lampada UV per verificare l’autenticità del
denaro.
<Allora?>
chiese.
<Ad una
prima analisi, le banconote sembrano assolutamente autentiche, signore.>
Magma ebbe
un’espressione di assoluta soddisfazione.
<AH AH
AH AH! Hanno capito con chi hanno a che fare,
finalmente! Lo sapevo che il mio piano li avrebbe messo in ginocchio! Nessuno
avrà più il coraggio di opporsi alle nostre richieste, se desiderano avere
ancora un tetto sopra la testa! La mai macchina crea terremoti mi procurerà
qualsiasi cosa desideri! Ora il mondo si pentirà di essersi opposto a me!!>
Il suo
monologo da megalomane venne interrotto dallo scattare di un allarme.
<
ANDATE A VEDERE! Ma mi raccomando, chiunque sia lo voglio vivo! Voglio proprio
vedere chi è che osa tentare di intralciarci! Voglio che me lo portate qui per
poterlo uccidere con le mie mani!>
Impugnando
le armi, i suoi uomini obbedirono all’ordine, disperdendosi alla ricerca degli
intrusi.
Fu Battlestar il primo ad incrociarli.
<Merda.
Devo aver fatto scattare qualche tipo di allarme, e adesso il comitato di
benvenuto mi viene incontro. Non era
così che doveva andare, ma darò a questi buffoni quel che si meritano!>
Si lanciò
contro di loro, alzando il suo scudo triangolare di adamantio,
come se fosse una balla da bowling e loro dei birilli, e fece “strike”
abbattendoli. Lemar era più forte di loro, ma lo
spazio era ristretto e i suoi avversari erano maggiori per numero. Cercavano di sopraffarlo proprio approfittando
del vantaggio numerico, ma anche così non fu facile: per prima cosa, gli ordini
erano di prenderlo vivo, e in secondo luogo Battlestar
non aveva intenzione di farsi prendere:ogni suo pugno, calcio o rotazione del
suo scudo abbattevano uno dei commandos, fino a
quando una scarica neurale lo colpì alla schiena. I suoi muscoli si
paralizzarono e Lemar cadde a terra, stordito. Uno
dei suoi avversari lo finì colpendolo al volto con calcio del fucile.
<Cristo,
era veramente un duro. Forte come un bue ...>
<E altrettanto
grosso. Dai datemi una mano, portiamolo dal capo.>
Così
fecero: Battlestar fu portato al cospetto di Magma.
Il terrorista squadrò l’eroe afroamericano dalla testa ai piedi, cercando di
riconoscerlo, ma quel costumegli era sconosciuto.
<La sua
uniforme è chiaramente ispirata alla bandiera USA, ma lui non mi dice nulla.
Non è un Vendicatore. Qualcuno di voi lo riconosce? E’ forse un supereroe
locale?>
Quasi
tutti scossero la testa, solo uno, con accento symrkariano,
parlò:
<Io si.
Lavorava per una squadra di cacciatori di taglie noto come “il Branco
Selvaggio”. Si chiama ... Battleshield, mi pare.>
<Un
mercenario dunque ... qualcuno deve aver pagato Silver Sable
per cercare di fermarci. Questo significa che potrebbe non essere solo.
Svegliatelo.>
Seppur
ancora stordito, Battlestar riprese conoscenza.
<Parla,
eroe. Come ci hai trovato? Chi altri c’è
con te?> domandò con tono autoritario Magma.
Il
silenzio di Lemar fu eloquente.
<Vuoi
fare il duro, vedo ... beh, non m’impressioni. Io me la sono vista con Iron Man e l’Uomo Ragno insieme, e ci vorrà molto di più
che la versione nera e sfigata di Capitan America per fermarmi. Te lo chiederò
un’altra volta. Chi c’è con te?>
<Bell’armatura
amico. Gli spallacci con gli spuntoni poi... davvero fighi,
complimenti. Ti danno un’aria davvero spaventosa. Sul serio amico, me la sto
facendo sotto dalla paura ...>
L’irriverenza
di Battlestar irritò Magma.
<Un battutaro... uno di quegli eroi a cui piace scherzare. Non
vi sopporto. Ma te l’ho detto, me la sono vista con l’Uomo Ragno, ho fatto il
callo a questo genere di stronzate. D’accordo allora, di un’altra delle tue
battute. Ma sceglila bene, stavolta, perché è l’ultima che farai...>
Magma
puntò il cannone che aveva sul braccio verso di lui. Era in grado di emettere
un fluido simile alla lava in grado di liquefare qualsiasi cosa. I soldati si
allontanarono per paura di venire investiti dal getto. Lemar
iniziava a sudare dalla paura.
Sarebbe
sicuramente morto se lo scudo di USAgent non avesse
colpito il criminale, deviandone il colpo e salvando la vita al suo socio.
<MA
COSA!???> urlò stupito Magma, mentre il disco di metallo tornava nelle mani
del suo possessore.
<Jonathan
Darque, sei in arresto per atti di terrorismo contro
il governo degli Stati Uniti!> gridò USAgent, saltando giù dal condotto dell’aria. Poi liberò i
polsi di Battlestar dai ceppi metallici con un colpo
del suo scudo.
<Dio,
credevo non arrivassi più ...> disse Lemar.
<Lo
sai, la cavalleria arriva all’ultimo minuto.> rispose John.
Poi
insieme passarono all’offensiva, e per entrambi fu un tuffo nel passato: per
quanto la situazione fosse pericolosa, era innegabile provare un certo senso di
nostalgia nel ritrovarsi a combattere fianco a fianco, schiena contro schiena,
come ai vecchi tempi. In fondo si erano allenati per parecchio tempo per
affrontare insieme situazioni come
questa, quando John era Capitan America e Lemar Bucky.
<Uccideteli!>
gridava furioso Magma, mentre si dirigeva verso la consolle alle sue spalle. USAgent intuì che si trattava della fantomatica macchina
crea terremoti, quella che aveva provocato il disastro di Los Angeles.
<Avevo
detto niente supereroi ... quei pagliacci di Washington non mi hanno preso sul
serio! Ora tutta la California pagherà per la loro impudenza!> gridò il
criminale.
<’Star,
tu pensa a questi pagliacci. Io mi occupo del loro capo!> così dicendo Agentsi lanciò contro Magma, colpendolo con il bordo del
suo scudo. L’impatto con la corazza creò delle scintille.
<Tu e
io Magma, uno contro uno. Ora ti faccio vedere quello che succede a chi ricatta
lo zio Sam!>
<Dannato,
ti trasformerò in vapore!> Magma sparò il suo getto incandescente contro USAgent, che lo evitò gettandosi di lato. Il fluido andò a
colpire a colpire un pilastro di metallo, fondendolo sul colpo.
Quel suo
cannone era un’arma troppo pericolosa e gli dava un enorme vantaggio. Andava
eliminata. Agent notò il tubo che collegava il
generatore alle sue spalle con il suo braccio armato; se lo avesse reciso il
cannone sarebbe stato inservibile.Lanciò il suo scudo
con l’intento di colpirlo, ma Magma si aspettava una mossa del genere, e deviò
il disco di metallo grazie alla sua corazza.
<Era la
mossa più stupida e prevedibile che potessi fare, idiota! Ti sei privato della
tua sola difesa! Orati incenerirò! Rimpiangerai di esserti messo in mezzo!>
Grazie
alle sue acrobazie, USAgent evitava i continui getti
di lava di Magma, ma sapeva che il criminale aveva ragione e che non poteva
continuare in quel modo in eterno. Era solo questione di tempo prima che uno di
quei colpi incandescenti lo colpisse.Doveva
recuperare il suo scudo ma tra lui e questo c’era il nemico. Una situazione
disperata. Tutto sembrava volgere per il peggio quando Battlestararrivò
all’improvviso assalendo Magma alle spalle.
<Sta
indietro, pazzo psicopatico!> urlò mentre lo colpivacon
il suo scudo.
<Tu ...
avrei dovuto ucciderti subito!>disse Magma rivolgendo verso di lui i suoi
colpi incandescenti. Battlestar usò il suo scudo per
proteggersi. USAgent
agìin quell’istante, lanciandosisul
nemico.
<Ora
vediamo quanto vali senza il tuo giocattolo!> disse, cercando di strappare a
mani nude il cavo d’alimentazione. Questo gesto deviò il braccio di Magma, e
l’ultimo getto di lava andò a colpire un altro dei pilastri. La struttura, già
indebolita dai danni precedenti, cedette e Battlestar
si ritrovò sepolto dalle macerie.
<BATTLESTAR!>
gridò USAgent in ansia per le sorti dell’amico.
Preoccupato, si diresse nella sua direzione cercando di cogliere un segno di
vita, invano. Magma approfittò dell’occasione per ripristinare la sua
attrezzatura, ricollegando il tubo al suo serbatoio.
<Maledetto
ficcanaso... ora raggiungerai il tuo
amico all’altro mondo ...>
Magma
puntò il cannone verso il Vendicatore e fece fuoco.
Uno
spruzzo di lava incandescente si diresse verso di lui.
Era a un
passo dalla morte, ma preceduto da un lampo di luce, il vigilante Solo,
impugnando lo scudo di Agent, si contrappose tra lui
e il letale getto, proteggendolo. Impugnò poi il suo Uzi
9 mm e aprì il fuoco verso il terrorista: la sua armatura lo protesse dalle
pallottole ma la raffica danneggiò irreparabilmente il tubo , rendendo
definitivamente inutilizzabile la sua arma.
<Tieni.
Finiscilo. Io mi occupo della macchina.> disse Solo ad USAgent,
restituendogli il suo scudo poi, nello stesso modo in cui era apparso, svanì
nel nulla.
Agent non
si mise a discutere e attaccò, furioso. Tutta la rabbia che aveva accumulato
gli esplose in corpo.
<Tu,
schifoso psicopatico! Come puoi
provocare deliberatamente un cataclisma nel centro di una grande città? Come
puoi minacciare la vita di milioni di persone solo per il tuo tornaconto
personale? Ma che diavolo vi passa nel cervello, a voi megalomani?>urlava
mentre continuava a colpirlo. Magma era un gigante di oltre due metri ma non
aveva la minima possibilità di contrastare un lottatore tanto capace come Agent. Soltanto la sua armatura gli aveva impedito di
perdere i sensi. Nello stesso momento, le cariche che Solo aveva piazzato nella
base, iniziarono ad esplodere. Il boato dello scoppio interruppe il pestaggio
di USAgent, che capì che era il momento di
abbandonare quel luogo. Si diresse verso le macerie dove Lemar
era sepolto e cominciò a rimuovere i massi.
Magma,
ancora stordito dai colpi subiti, si alzò barcollando e si diresse verso il suo
dispositivo crea terremoti.
<N-No
... la mia m-macchina... n-non te la lascerò ... distruggere...>
Uno degli
esplosivi detonò proprio in quell’istante, travolgendolo. Impossibile dire se
era sopravissuto.
Finalmente,
USAgent intravide il costume rosso bianco e blu di Battlestar tra i detriti.
<Lemar! Finalmente! Dai amico dammi un segno, forza...>
Era messo
male, ma era vivo: il suo scudo aveva evitato di subire traumi peggiori.
<J-Johnny.... lasciami a-andare ...
sa-salvati....> disse
con un filo di voce.
La mente
di USAgent tornò agli eventi di Washington: un eroe
ferito, non in grado di muoversi, e un’esplosione imminente. Le stesse
circostanze che portarono alla morte di Capitan America. Ma questa volta John Walker
non avrebbe permesso che il suo amico ci avrebbe rimesso la vita. Lo avrebbe portato in salvo o sarebbe morto
con lui.
<Scordatelo,
Lem. Io e te ce ne andremo da questo inferno insieme.> si caricò l’amico
sulle sue robuste spalle e si diresse verso il punto da cui erano entrati. La
sua superforza gli permetteva di trasportare il suo amico senza sforzo, ma
faceva essere più lento. I boati delle esplosioni riecheggiavano tra i
corridoi. Era questioni di minuti e la base sarebbe crollata su se stessa. Agent cominciò a credere che non se la sarebbero cavata.
All’improvviso
da un lampo di luce Solo gli apparve davanti.
<TU!
TOGLITI DI Lì!>
<Non ce
la farete mai senza di me.> disse, allungando una mano verso di lui.
<Ehi!
Ma che diavolo stai facendo? Non....>
In un
istante, vennero teletrasportati fuori da lì.
<...mi
toccare!> si accorse di essere all’esterno, ben lontano da lì. Rimase
sorpreso per qualche secondo, poi disse:
<Come
diavolo t’è venuto in mente di piazzare tutti questi esplosivi? Per poco non ci
lasciavamo le penne!>
<Era il
solo modo di eliminare il dispositivo che provocava i terremoti.> gli
rispose l’altro.
<Chi
sei tu? Come fai a teletrasportarti in quel modo?>
<Mi
chiamo Solo ed elimino i terroristi. E’ l’unica cosa che ti serve sapere.>
Poi ancora
una volta, svanì nel nulla. Come se non fosse mai stato lì, lasciando ad Agent mille domande ma una sola grande certezza: la
minaccia era stata neutralizzata. La California non correva più alcun pericolo.
Ora la
sola cosa che contava era mettere in salvo Lemar.
Cedars Sinai Medical Center, Los
Angeles. Il giorno dopo.
<No, non mi fanno male le ferite ... abbiamo sborsato parecchi quattrini al Power Broker per ottenere una super-robustezza. Sarò fuori di qui tra pochi giorni. Quello che mi fa più male è l’orgoglio: ti sono stato più d’intralcio che altro. Sono stato peggio dei partner di Callaghan.> disse Lemar.
<Andiamo, sei troppo duro con
te stesso. Hai avuto sfortuna. Non ce l’avrei mai fatta senza di te.>
<Stronzate. Lo sai tu come lo
so io che non è vero. >
<Si invece. E poi, in passato
mi hai salvato la buccia anche tu, lo ricordo bene.>
<Evidentemente mi sono
arrugginito, da quando ho mollato il
Branco Selvaggio. Appena mi rimetto dovrò tornare ad allenarmi.>
<E io sarò al tuo fianco.>
disse John stringendogli la mano in segno d’amicizia < Ma non c’è fretta.
Riposati amico. Te lo sei meritato.>
Quando Walker
fu sulla soglia della porta, Lemar lo richiamò:
<Ehi Johnny.>
<Si?>
<Sai può suonare strano, visto
le circostanze , lo so ma…. nonostante tutto, è stato
bello tornare a combattere al tuo fianco.>
<Anche per me, Lem. Anche per
me.>
Uscito dalla stanza, vide che
c’era la sua fidanzata Valerie Cooper ad attenderlo
nel corridoio.
<Val
...>
<Ciao ... Jack. Come sta Lemar?>
<Allegro come sempre. Si
riprenderà presto.>
<I vantaggi del vostro
potenziamento, presumo.>
<Si è così infatti. Sai Val... ho apprezzato molto il tuo gesto. Rivedere Lemar mi ha fatto tanto piacere. Ne avevo bisogno.>
<Lo immaginavo. Hai passato un
brutto periodo, lo so. Hai bisogno di rilassarti, di svagarti un po’. Non puoi
stare sempre a pensare al lavoro.>
<Hai ragione. Hai in mente
qualcosa?> chiese lui, con aria maliziosa.
<Oh un paio di idee ce le
avrei...> gli rispose lei, abbracciandolo e dandogli un bacio che prometteva
una notte ricca di passione.
Le
Note
Tre graditi ritorni, per me, in questo episodio. Tre personaggi a cui
sono molto affezionato per motivi differenti. Battlestar
è apparso in uno dei miei cicli preferiti di Capitan America, mentre Magma e
Solo sono apparsi rispettivamente sul primo numero e sul terzo dell’Uomo Ragno
che ho mai letto in assoluto, nel lontano 1991.
Battlestar (Lemar Hoskins) He was created by Mark Gruenwald and Paul
Neary in CaptainJames Bourne faceva parte di una squadra
antiterroristica della NATO chiamata Omega
Strike; fu durante questo periodo che venne sottoposto ad un intervento dove
gli vennero impiantati dei microchip nel cervello che gli donarono la capacità di teletrasportarsi. Durante
una loro missione, tre membri tradirono e il resto della squadra venne uccisa.
James fu il solo ( J ) sopravissuto. Quando scoprì chi fossero i membri traditori li
giustiziò personalmente e dopo essersi ribattezzato Soloiniziò
la sua crociata contro il terrorismo;il suo motto divenne “Finchè
vivo io, i terroristi muoiono”. Rinunciò alla propria nazionalità e con i fondi
che sequestrava ai terroristi si
procurò un arsenale e costruì la propria base. Si è scontrato al fianco dell'Uomo
Ragno molte volte, per esempio contro i Sinistri
Sei o le organizzazioni criminali come ULTIMATUM.
E’ tutto. Ci vediamo al prossimo episodio,dal titolo Wild At Heart!